Questo secondo libro, che conclude le vicende iniziate nel primo concludendole con le guerre napoleoniche, mantiene pregi e difetti dell'altro: piacerà a chi sarà piaciuto il primo, non piacerà a chi avesse avuto dubbi in precedenza.

Continuo a trovare molto interessante la commistione tra storia reale e fantasy, con la magia da sempre esistente ma regolamentata, e col periodo storico scelto, pieno di cambiamenti e di possibilità.

Dopo aver visto la rivoluzione francese, ovviamente è il tempo di Napoleone. Il condottiero profetizzato dallo Straniero, che avrebbe unito tutta la Francia sotto la sua ombra.
Solo che Napoleone si rivela troppo anche per lui, riuscendo laddove Robespierre aveva fallito.

Meraviglioso il vero motivo dietro le campagne italiana e egiziana di Napoleone, intrigante ciò che si cela dietro alla vittoria di Austerlitz.

Abbiamo Fina che come previsto riveste un ruolo molto importante nella conclusione della vicenda, abbiamo ovviamente Pitt e Wilberforce, lo schiavismo e la repressione della magia, nuovi personaggi e personalità storiche.

Ammetto una leggera delusione allo scontro finale in mare contro l'arma segreta di Napoleone e Lestrange, ho preferito di molto tutta la questione del Kraken, ma ho amato alla follia il rapporto di amicizia tra i due avvocati e politici britannici che abbiamo conosciuto da ragazzi e che ritroviamo ora ormai ben adulti.
L'amicizia indissolubile, la sensazione di essersi allontanati, il sentirsi traditi e l'aver tradito a propria volta la fiducia dell'altro, pur ritenendo di avere avuto ottimi motivi. Il riavvicinamento, il tornare al passato, la battaglia finale e l'ultimo incontro... wow, davvero ben descritto, al cuore dei due libri c'è la loro amicizia ventennale.

Con questo la storia sembrerebbe finita, ma chissà che non ci sia un seguito, magari meno ancorato alla Storia... del resto, lady Hester sembra diretta in Egitto, e chissà cosa potrebbe scovare tra quelle sabbie millenarie oltre al "suo" drago...

This book blew me away. I was a big fan of A Declaration of the Rights of Magicians, but a lot of that was spent setting up characters, putting plots in motion, and world-building. In the sequel, you get to see everything unspool and boy, is it satisfying. Another reviewer referred to H.G. Parry "sticking the landing" in this book, and that's a very appropriate way of summarizing it. This whole series is basically an ambitious retelling of the French Revolution and the Napoleonic Wars in a parallel world where magic is real and is the underpinning of most human events. Parry takes real historic characters and events and changes the details and the mechanics, but does it in a way that feels well-researched and seamless. It's engrossing, emotionally powerful, and builds momentum all the way through to the conclusion. There are several set-pieces, particularly a version of the Battle of Trafalgar, that are breathtaking in their intensity. I can't recommend this book (and series) enough, and I really hope it gets made into a miniseries soon (it's a little too long for a movie in my opinion), not because I want to see it in that form, but because Parry deserves the attention.

The slowburn brother of its predecessor. A Radical Act of Free Magic has even more intrigue than the first part of the duology. However, that means it’s also slower and more intricately detailed which can get you lost here and there. However, the twist at the end is worth this read. Just be ready for a longer sit.

Something terribly important had happened, she thought. Some great and wondrous step toward magic that didn’t control, didn’t restrict or confine or destroy or even burn the world on its way to freedom, but liberated. [loc. 7079]

Easily the novel I’ve most enjoyed in the last few years. A little bit of the end could have been more climactic, and not all the parts that deserved to be perfect were perfect, but the parts that needed to be perfect, were perfect. Read the first one first, but this one is worth the 500-page investment:

Both books in this duology were slow reads for me but I loved the environment and character development so I didn't mind taking my time.