Ho letto Questa è l’America a marzo 2020, quando solo da qualche giorno si iniziava a comprendere la gravità di quello che ci avrebbe atteso nelle settimane e nei mesi successivi. Quando le elezioni presidenziali americane erano una prospettiva relativamente lontana e ancora non si sapeva chi avrebbe sfidato Donald Trump per il Partito Democratico. Sebbene mi fosse piaciuto assai, ancora non avevo colto fino in fondo il valore che Questa è l’America avrebbe poi dimostrato col tempo, come i vini che diventano più buoni quando invecchiano. Gli avevo attribuito infatti “solo” quattro stelline su cinque. Qualche settimana fa, ripensandoci, sono tornato sui miei passi realizzando che per me questo è l’esempio perfetto di un libro che meriterebbe il massimo dei voti. Il vicedirettore del Post è riuscito a scrivere un saggio che approfondisce alcune tematiche centrali per gli Stati Uniti di oggi (abuso di farmaci, polarizzazione del confronto politico, scontro tra governo federale e singoli stati, diffusione delle armi, solo per citarne alcune), spiegandole in modo chiaro e grazie a storie e aneddoti molto interessanti. Non si occupa mai direttamente del Covid-19 e delle elezioni (anche perché sarebbe servita la sfera di cristallo): nonostante questo nel libro è possibile trovare le chiavi di lettura per poter comprendere meglio quello che poi sarebbe accaduto nei mesi a venire: dalla disastrosa gestione della pandemia all’esito delle elezioni (e il circo che ne è derivato), passando per le proteste del movimento Black Lives Matter. Questa è l’America è il libro giusto per avere una prospettiva più ampia sugli Stati Uniti. Ed è ancora oggi incredibilmente attuale.

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