A review by eustachio
Dalla parte di lei by Alba de Céspedes

4.0

Il romanzo del “non essere contenti”, che sia per un matrimonio infelice, per la mancanza di diritti o per il fascismo imperante.

Alessandra, nata nell’ombra del fratello maggiore morto affogato nel Tevere in tenera età, vive prima nell’appartamento del padre reso claustrofobico dai pesanti mobili abruzzesi, poi nella casa della nonna paterna in montagna e infine nella “sua” casa, confinata a fare pulizie e a cucinare (o, quando esce, a essere in fila a sbrigare commissioni con altre donne come lei). Il suo è un amore totalizzante, come totalizzante è la sua condizione di donna in quegli anni, destinata a sposarsi e fare figli e accontentarsi facendosi mantenere dal marito.
Io rabbrividii, smarrita entro una improvvisa pietà per la mia condizione di donna. Eravamo, mi pareva, una specie gentile e sfortunata. Attraverso mia madre, e la madre di lei, e le donne delle tragedie e dei romanzi, e quelle che s’affacciavano nel cortile come alle sbarre della prigione, e le altre che incontravo in istrada e che avevano occhi tristi e ventri enormi, sentivo pesare su di me una secolare infelicità, una inconsolabile solitudine.
«Mamma» le chiesi con disperazione: «si può essere qualche volta felici per amore?»
«Oh, sì» disse lei; «credo di sì, bisogna aspettare, soltanto. A volte» aggiunse più piano «si aspetta tutta la vita.»
SpoilerAlessandra sconta due pene, o meglio, è responsabile di due morti: della madre che si suicida per un amore platonico con cui non può fuggire per non lasciare la figlia da sola e dell’omicidio del marito, “la rivincita di Emma Bovary” che pone fine a un tormento cominciato dalla luna di miele, lo scontro con una realtà matrimoniale che non è la favola a cui la madre le aveva fatto credere.

Nonostante lei osservi questa situazione desolante già da bambina dal cortile della palazzina, le sue ambizioni non si spingono molto oltre la felicità coniugale, il lusso di due poltrone dove parlare, un minimo di indipendenza economica data dal lavoro presso un ingegnere e gli studi svogliati in Lettere. Quando si presta alle missioni per “i compagni” è solo per entrare nel mondo del marito, ma neanche quello le permette di superare quel “muro di spalle” e di tornare alle passeggiate a Villa Borghese in sua compagnia.
No, Alessandra non è mai contenta. C’è chi definisce il finale gratuito, per me invece era inevitabile.
«Spesso mi sono domandata» ella continuava «da quale parte fosse la ragione: se dalla mia o dalla loro. Mi pareva di essere fatta in un modo anormale, come quelli che nascono con due teste o con sei dita. Tentavo di adattarmi ai loro compromessi. Poi mi sono convinta che sono io ad avere ragione. Ho ragione. Abbiamo ragione noi: ma loro sono più forti.»