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A review by frahorus
La strada by Cormac McCarthy
5.0
Ho letto per la terza volta questo romanzo e riconfermo quello che pensavo nelle due letture precedenti: capolavoro!
la storia ci narra di un padre e di suo figlio che cercano di sopravvivere in un mondo distrutto da un misterioso cataclisma apocalittico (forse prodotto dall'uomo in una guerra atomica, non viene mai specificato o detto chiaramente) e affronteranno tanti pericoli, rischiando più volte di essere uccisi dai predoni che, accecati dalla fame, non disdegnano di diventare cannibali. L'ombra della morte è presente in ogni pagina del romanzo, i due protagonisti percorrono strane deserte, deturpate, grigie, foreste morte e bruciate, cenere ovunque, acqua quasi sparita, nessun tipo di animale vivo ma solo scheletri bruciati. Le poche persone ancora vive che incontreranno sono tutte (o quasi) ostili e non c'è spazio per la pietà. Ma ci sono le eccezioni: quando ad esempio incontrano un vecchio cieco lo invitano a cenare insieme attorno al fuoco, segno che l'umanità, quella buona, esiste ancora nonostante tutto.
Il padre sa di essere malato, sputa sangue, ma farà di tutto per proteggere suo figlio e di portarlo a una chimerica salvezza impersonata nel raggiungere la costa.
Cormac McCarthy utilizza uno stile duro e semplice, diretto, dove i dialoghi sono scarni. Tutta la storia è pregna di una drammaticità incredibile, dove ogni pagina temi che qualcosa di brutto possa accadere ai nostri protagonisti. L'amore che ha il padre verso questo figlio è forse il tema centrale del racconto, un amore quasi viscerale che sostituisce quello materno, visto che la madre li ha abbandonati preferendo fuggire via da quel brutto destino.
Ce la caveremo, vero, papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male.
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco.
la storia ci narra di un padre e di suo figlio che cercano di sopravvivere in un mondo distrutto da un misterioso cataclisma apocalittico (forse prodotto dall'uomo in una guerra atomica, non viene mai specificato o detto chiaramente) e affronteranno tanti pericoli, rischiando più volte di essere uccisi dai predoni che, accecati dalla fame, non disdegnano di diventare cannibali. L'ombra della morte è presente in ogni pagina del romanzo, i due protagonisti percorrono strane deserte, deturpate, grigie, foreste morte e bruciate, cenere ovunque, acqua quasi sparita, nessun tipo di animale vivo ma solo scheletri bruciati. Le poche persone ancora vive che incontreranno sono tutte (o quasi) ostili e non c'è spazio per la pietà. Ma ci sono le eccezioni: quando ad esempio incontrano un vecchio cieco lo invitano a cenare insieme attorno al fuoco, segno che l'umanità, quella buona, esiste ancora nonostante tutto.
Il padre sa di essere malato, sputa sangue, ma farà di tutto per proteggere suo figlio e di portarlo a una chimerica salvezza impersonata nel raggiungere la costa.
Cormac McCarthy utilizza uno stile duro e semplice, diretto, dove i dialoghi sono scarni. Tutta la storia è pregna di una drammaticità incredibile, dove ogni pagina temi che qualcosa di brutto possa accadere ai nostri protagonisti. L'amore che ha il padre verso questo figlio è forse il tema centrale del racconto, un amore quasi viscerale che sostituisce quello materno, visto che la madre li ha abbandonati preferendo fuggire via da quel brutto destino.
Ce la caveremo, vero, papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male.
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco.